Ai miei parenti, amici, colleghi e studenti e a chiunque legga
Perché voto no (e perché dovreste fare lo stesso)
Vi sono ragioni di metodo e di merito
Metodo
- La Costituzione è un insieme di principi e norme che regolano la convivenza tra cittadini con idee politiche diverse e che regolano anche il modo in cui queste differenti idee trovano rappresentanza e si confrontano per dar vita ad altre norme che regolano altri aspetti più dettagliati della nostra convivenza
- Di conseguenza, allorché la Costituzione viene modificata, si dovrebbe ricercare il maggior consenso possibile e tutte le idee politiche dovrebbero trovare rappresentanza nell’assemblea che apporta le modifiche (anche qualora si decida poi di approvare le modifiche a maggioranza)
- Questa riforma è stata invece approvata da una maggioranza parlamentare (per la quale ho votato) ma che era tale solo in virtù del premio di maggioranza assegnatole da una legge elettorale che era stata nel frattempo dichiarata incostituzionale proprio a causa di quel premio di maggioranza.
- Questa riforma è stata approvata con una discussione parlamentare molto limitata, che ha fatto ricorso massiccio ad un istituto molto poco usato in precedenza (il cosiddetto “canguro”) che ha permesso di cestinare migliaia di proposte di modifica per “similitudine”, con una discrezionalità enorme nel decidere cosa era simile e cosa no.
-Questa riforma è stata fin dall’inizio portata avanti con arroganza e disprezzo di chiunque avesse idee diverse non accettando che ci potesse essere qualcuno che volesse cambiare la Costituzione in maniera diversa da come veniva proposto di cambiarla.
-Questa riforma è stata fin dall’inizio portata avanti dal Governo piuttosto che nascere in Parlamento e si è scelto di sfruttare la popolarità del Presidente del Consiglio per farla approvare piuttosto che difenderne il contenuto con argomentazioni di merito.
- Questo metodo arrogante e questa confusione tra Governo e riforma costituzionale sta continuando in questa campagna elettorale.
-Chi dice che sono settanta anni che aspettavamo una riforma della Costituzione dice il falso perché la Costituzione è già stata modificata altre volte (anche se non così tanto).
- Chi dice che sono anni che si dice di voler cambiare la Costituzione ma non se ne fa di niente, dimentica di dire una cosa fondamentale: non è detto che tutti volessero gli stessi cambiamenti e forse è anche per quello che non sono stati fatti.
- Chi pensa che comunque i cambiamenti proposti siano giusti e quindi in fondo pazienza se sono portati avanti col metodo sbagliato, di fatto pensa che sia giusto che le sue idee contino più di quelle di chi non la pensa come lui e che sia giusto imporre le proprie idee agli altri, anche quando stabiliamo le regole del gioco.
-Se vincerà il SI al referendum, vincerà anche questo metodo, che costituirà un precedente per le riforme costituzionali future ed offrirà una chiara indicazione per le modalità di convivenza tra cittadini che hanno idee politiche diverse.
Merito
(trovate qui la riforma)
- Questa riforma è scritta male:
a) I nuovi articoli sono prolissi, pieni di dettagli e di rimandi a commi di altre norme, come purtroppo molte leggi ordinarie italiane. Sono quindi di difficile comprensione. Ed è illusorio credere che non creeranno conflitti di interpretazione.
b) I vecchi articoli erano stati invece scritti volutamente in modo tale che tutti i cittadini potessero leggerli e capirli, più delle leggi ordinarie, proprio perché le norme costituzionali sono più importanti.
- Non è un caso che i nuovi articoli siano scritti così. Come minimo è la conseguenza del metodo senza confronto che si è scelto di seguire per portare avanti la riforma. Ma, dato che si è scelto di non discutere nel merito, sorge il dubbio che sia stato fatto apposta per non rendere comprensibile veramente la riforma.
- Questa riforma cambia infatti 47 articoli su 139, alcuni in maniera marginale, ma molti articoli sono modificati profondamente: ad esempio, quelli sul Senato, sul rapporto tra Stato e Regioni e sul rapporto tra Governo e Parlamento.
- Questa riforma non abolisce il Senato ma ne abolisce l’elezione da parte dei cittadini.
- Questa riforma non abolisce il bicameralismo ma lo trasforma in un bicameralismo imperfetto in cui il Senato conta, probabilmente, meno, ma continua ad avere poteri importanti come la partecipazione all’elezione del presidente della Repubblica e la nomina di 2 giudici costituzionali (contro i 3 della Camera)
- Nel nuovo Senato 95 senatori saranno eletti con una elezione indiretta che non si capisce come funzionerà perché le nuove norme costituzionali che la regolano sono contraddittorie. Si afferma infatti (art.57) che
a) devono essere “eletti dai consigli regionali” “con metodo proporzionale […] tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i Sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”;
b) i senatori-consiglieri (ma non i senatori-sindaci) devono essere eletti “in conformità alle scelte espresse dagli elettori”
c) ”i seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio”
- Per quanto non si capisca bene, è però evidente che questi 95 senatori saranno “eletti dai consigli regionali” e non dai cittadini, che al massimo potranno dare un’”indicazione”, in sede elettorale.
-Per modificare questo non basta una legge elettorale che necerssariamente dovrà rispettare queste norme costituzionali
- Il nuovo Senato avrà seri problemi di funzionamento perché:
a) sarà costituito da persone che fanno il senatore come secondo lavoro;
b) ciò nonostante sarà chiamato a deliberare spesso con scadenze, anche brevi, riferite all’approvazione delle leggi da parte della Camera
c) la sua composizione cambierà in occasione di ogni elezione regionale e comunale e queste elezioni non avranno luogo tutte nella medesima tornata elettorale
- Inoltre l’elezione indiretta dei senatori li renderà ancora meno responsabili nei confronti dell’elettorato.
- I senatori dovranno e vorranno rendere conto del loro operato soprattutto ai partiti di appartenenza che li avranno fatti eleggere e solo in piccola parte questi ultimi saranno tenuti responsabili delle scelte dei Senatori).
- Inoltre, togliendo il contrappeso del voto popolare, crescerà invevitabilmente il peso delle lobbies che già esistono e sempre ci saranno (la irresponsabilità davanti agli elettori dovuta alle nomine indirette è proprio quello di cui molti di noi si lamentano a proposito di Bruxelles).
- I 5 senatori a vita sono sostituiti da senatori, come prima nominati del Presidente della Repubblica, che rimangono in carica 7 anni, quanto il Presidente della Repubblica, di cui sembrano quindi essere dei rappresentanti. Rimanendo sempre in numero di 5 ma diminuendo il numero dei senatori il loro peso relativo nel nuovo Senato aumenterà.
- Gli unici risparmi attribuibili con certezza a questa riforma sono costituiti dalla diminuzione del numero dei senatori e dal fatto che non avranno uno stipendio (indennità) come senatori (ma solo una diaria). Ma si tratta di un risparmio molto modesto (poco più di 50 milioni) rispetto al bilancio dello Stato (più di 800 miliardi).
- Questa riforma toglie potere alle Regioni per restituirlo allo Stato, più di quanto ne avesse perso lo Stato con la riforma in senso contrario del 2001 (non entro qui nel merito, ma se vivete in una regione che pensiate sia amministrata bene, dovreste pensarci)
- Questa riforma permetterà al Governo di stabilire l’agenda dei lavori parlamentari: tranne che, in alcune eccezioni, basterà che il Governo indichi come “essenziale per l’attuazione del programma di Governo” un disegno di legge perché debba essere messo in calendario entro 5 giorni e il Parlamento sia costretto a deliberare entro 70 giorni.
- Questo potere del Governo, che non richiede vi sia una situazione di necessità e urgenza come gli attuali decreti-legge, è introdotto, anche se permane ed è rafforzato il potere del Governo di usare decreti-decreti legge.
- Questa riforma, per i motivi menzionati sopra e per molti altri che non cito per brevità, è un tentativo di accentrare il potere nelle mani dello Stato e allo stesso tempo di annacquare ulteriormente la separazione tra il potere esecutivo e il potere legislativo, rendendo di fatto il Parlamento subordinato al Governo.
- Questa riforma crea quindi una maggior concentrazione di potere in capo al Governo, che così potrà “decidere” meglio (tanto più se come con l’Italicum la maggior parte dei parlamentari saranno di fatto scelti dalle segreterie dei partiti).
- Questa riforma ci propone un futuro dove si andrà a votare una volta ogni cinque anni e si sceglierà per cinque anni un gruppo di potere che potrà fare quello che vuole.
- Nei cinque anni però il gruppo al potere non avrà alcun dovere né alcuna necessita di ascoltare opinioni discordi, sia a livello locale che nazionale. Anche fosse in buon fede, potrà fare grandi errori senza possibilità di correggerli prima che sia troppo tardi.
-Inoltre la Storia purtroppo ci insegna che la tentazione del potere è forte: chi è al potere cercherà di mantenerlo e più potere avrà meglio ci riuscirà.
- Questa riforma, soprattutto se unita ad un sistema elettorale maggioritario (come ad esempio l’Italicum) renderà più facile approvare altre modifiche costituzionali in futuro
- A mio parere, se vince il SI, potremmo avere presto ulteriori riforme costituzionali volte ad aumentare ancora la concentrazione del potere, probabilmente la prossima volta a spese del potere giudiziario.
- Nella storia i potenti illuminati sono stati pochi e spesso hanno smesso di essere illuminati dopo poco che avevano il potere.
- Se anche siete così ottimisti da pensare che oggi abbiamo al momento un Primo Ministro illuminato, ricordatevi che le modifiche alla Costituzione varranno anche quando ci sarà un altro al posto suo.
- Pensate a quel politico che mai vorreste fosse Primo Ministro e considerate se davvero vi fidate tanto di lui da dargli tutto questo potere.
Se siete arrivati fin qui, per concludere, vi invito a guardare questo breve intervento video di Moni Ovadia.
Perché voto no (e perché dovreste fare lo stesso)
Vi sono ragioni di metodo e di merito
Metodo
- La Costituzione è un insieme di principi e norme che regolano la convivenza tra cittadini con idee politiche diverse e che regolano anche il modo in cui queste differenti idee trovano rappresentanza e si confrontano per dar vita ad altre norme che regolano altri aspetti più dettagliati della nostra convivenza
- Di conseguenza, allorché la Costituzione viene modificata, si dovrebbe ricercare il maggior consenso possibile e tutte le idee politiche dovrebbero trovare rappresentanza nell’assemblea che apporta le modifiche (anche qualora si decida poi di approvare le modifiche a maggioranza)
- Questa riforma è stata invece approvata da una maggioranza parlamentare (per la quale ho votato) ma che era tale solo in virtù del premio di maggioranza assegnatole da una legge elettorale che era stata nel frattempo dichiarata incostituzionale proprio a causa di quel premio di maggioranza.
- Questa riforma è stata approvata con una discussione parlamentare molto limitata, che ha fatto ricorso massiccio ad un istituto molto poco usato in precedenza (il cosiddetto “canguro”) che ha permesso di cestinare migliaia di proposte di modifica per “similitudine”, con una discrezionalità enorme nel decidere cosa era simile e cosa no.
-Questa riforma è stata fin dall’inizio portata avanti con arroganza e disprezzo di chiunque avesse idee diverse non accettando che ci potesse essere qualcuno che volesse cambiare la Costituzione in maniera diversa da come veniva proposto di cambiarla.
-Questa riforma è stata fin dall’inizio portata avanti dal Governo piuttosto che nascere in Parlamento e si è scelto di sfruttare la popolarità del Presidente del Consiglio per farla approvare piuttosto che difenderne il contenuto con argomentazioni di merito.
- Questo metodo arrogante e questa confusione tra Governo e riforma costituzionale sta continuando in questa campagna elettorale.
-Chi dice che sono settanta anni che aspettavamo una riforma della Costituzione dice il falso perché la Costituzione è già stata modificata altre volte (anche se non così tanto).
- Chi dice che sono anni che si dice di voler cambiare la Costituzione ma non se ne fa di niente, dimentica di dire una cosa fondamentale: non è detto che tutti volessero gli stessi cambiamenti e forse è anche per quello che non sono stati fatti.
- Chi pensa che comunque i cambiamenti proposti siano giusti e quindi in fondo pazienza se sono portati avanti col metodo sbagliato, di fatto pensa che sia giusto che le sue idee contino più di quelle di chi non la pensa come lui e che sia giusto imporre le proprie idee agli altri, anche quando stabiliamo le regole del gioco.
-Se vincerà il SI al referendum, vincerà anche questo metodo, che costituirà un precedente per le riforme costituzionali future ed offrirà una chiara indicazione per le modalità di convivenza tra cittadini che hanno idee politiche diverse.
Merito
(trovate qui la riforma)
- Questa riforma è scritta male:
a) I nuovi articoli sono prolissi, pieni di dettagli e di rimandi a commi di altre norme, come purtroppo molte leggi ordinarie italiane. Sono quindi di difficile comprensione. Ed è illusorio credere che non creeranno conflitti di interpretazione.
b) I vecchi articoli erano stati invece scritti volutamente in modo tale che tutti i cittadini potessero leggerli e capirli, più delle leggi ordinarie, proprio perché le norme costituzionali sono più importanti.
- Non è un caso che i nuovi articoli siano scritti così. Come minimo è la conseguenza del metodo senza confronto che si è scelto di seguire per portare avanti la riforma. Ma, dato che si è scelto di non discutere nel merito, sorge il dubbio che sia stato fatto apposta per non rendere comprensibile veramente la riforma.
- Questa riforma cambia infatti 47 articoli su 139, alcuni in maniera marginale, ma molti articoli sono modificati profondamente: ad esempio, quelli sul Senato, sul rapporto tra Stato e Regioni e sul rapporto tra Governo e Parlamento.
- Questa riforma non abolisce il Senato ma ne abolisce l’elezione da parte dei cittadini.
- Questa riforma non abolisce il bicameralismo ma lo trasforma in un bicameralismo imperfetto in cui il Senato conta, probabilmente, meno, ma continua ad avere poteri importanti come la partecipazione all’elezione del presidente della Repubblica e la nomina di 2 giudici costituzionali (contro i 3 della Camera)
- Nel nuovo Senato 95 senatori saranno eletti con una elezione indiretta che non si capisce come funzionerà perché le nuove norme costituzionali che la regolano sono contraddittorie. Si afferma infatti (art.57) che
a) devono essere “eletti dai consigli regionali” “con metodo proporzionale […] tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i Sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”;
b) i senatori-consiglieri (ma non i senatori-sindaci) devono essere eletti “in conformità alle scelte espresse dagli elettori”
c) ”i seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio”
- Per quanto non si capisca bene, è però evidente che questi 95 senatori saranno “eletti dai consigli regionali” e non dai cittadini, che al massimo potranno dare un’”indicazione”, in sede elettorale.
-Per modificare questo non basta una legge elettorale che necerssariamente dovrà rispettare queste norme costituzionali
- Il nuovo Senato avrà seri problemi di funzionamento perché:
a) sarà costituito da persone che fanno il senatore come secondo lavoro;
b) ciò nonostante sarà chiamato a deliberare spesso con scadenze, anche brevi, riferite all’approvazione delle leggi da parte della Camera
c) la sua composizione cambierà in occasione di ogni elezione regionale e comunale e queste elezioni non avranno luogo tutte nella medesima tornata elettorale
- Inoltre l’elezione indiretta dei senatori li renderà ancora meno responsabili nei confronti dell’elettorato.
- I senatori dovranno e vorranno rendere conto del loro operato soprattutto ai partiti di appartenenza che li avranno fatti eleggere e solo in piccola parte questi ultimi saranno tenuti responsabili delle scelte dei Senatori).
- Inoltre, togliendo il contrappeso del voto popolare, crescerà invevitabilmente il peso delle lobbies che già esistono e sempre ci saranno (la irresponsabilità davanti agli elettori dovuta alle nomine indirette è proprio quello di cui molti di noi si lamentano a proposito di Bruxelles).
- I 5 senatori a vita sono sostituiti da senatori, come prima nominati del Presidente della Repubblica, che rimangono in carica 7 anni, quanto il Presidente della Repubblica, di cui sembrano quindi essere dei rappresentanti. Rimanendo sempre in numero di 5 ma diminuendo il numero dei senatori il loro peso relativo nel nuovo Senato aumenterà.
- Gli unici risparmi attribuibili con certezza a questa riforma sono costituiti dalla diminuzione del numero dei senatori e dal fatto che non avranno uno stipendio (indennità) come senatori (ma solo una diaria). Ma si tratta di un risparmio molto modesto (poco più di 50 milioni) rispetto al bilancio dello Stato (più di 800 miliardi).
- Questa riforma toglie potere alle Regioni per restituirlo allo Stato, più di quanto ne avesse perso lo Stato con la riforma in senso contrario del 2001 (non entro qui nel merito, ma se vivete in una regione che pensiate sia amministrata bene, dovreste pensarci)
- Questa riforma permetterà al Governo di stabilire l’agenda dei lavori parlamentari: tranne che, in alcune eccezioni, basterà che il Governo indichi come “essenziale per l’attuazione del programma di Governo” un disegno di legge perché debba essere messo in calendario entro 5 giorni e il Parlamento sia costretto a deliberare entro 70 giorni.
- Questo potere del Governo, che non richiede vi sia una situazione di necessità e urgenza come gli attuali decreti-legge, è introdotto, anche se permane ed è rafforzato il potere del Governo di usare decreti-decreti legge.
- Questa riforma, per i motivi menzionati sopra e per molti altri che non cito per brevità, è un tentativo di accentrare il potere nelle mani dello Stato e allo stesso tempo di annacquare ulteriormente la separazione tra il potere esecutivo e il potere legislativo, rendendo di fatto il Parlamento subordinato al Governo.
- Questa riforma crea quindi una maggior concentrazione di potere in capo al Governo, che così potrà “decidere” meglio (tanto più se come con l’Italicum la maggior parte dei parlamentari saranno di fatto scelti dalle segreterie dei partiti).
- Questa riforma ci propone un futuro dove si andrà a votare una volta ogni cinque anni e si sceglierà per cinque anni un gruppo di potere che potrà fare quello che vuole.
- Nei cinque anni però il gruppo al potere non avrà alcun dovere né alcuna necessita di ascoltare opinioni discordi, sia a livello locale che nazionale. Anche fosse in buon fede, potrà fare grandi errori senza possibilità di correggerli prima che sia troppo tardi.
-Inoltre la Storia purtroppo ci insegna che la tentazione del potere è forte: chi è al potere cercherà di mantenerlo e più potere avrà meglio ci riuscirà.
- Questa riforma, soprattutto se unita ad un sistema elettorale maggioritario (come ad esempio l’Italicum) renderà più facile approvare altre modifiche costituzionali in futuro
- A mio parere, se vince il SI, potremmo avere presto ulteriori riforme costituzionali volte ad aumentare ancora la concentrazione del potere, probabilmente la prossima volta a spese del potere giudiziario.
- Nella storia i potenti illuminati sono stati pochi e spesso hanno smesso di essere illuminati dopo poco che avevano il potere.
- Se anche siete così ottimisti da pensare che oggi abbiamo al momento un Primo Ministro illuminato, ricordatevi che le modifiche alla Costituzione varranno anche quando ci sarà un altro al posto suo.
- Pensate a quel politico che mai vorreste fosse Primo Ministro e considerate se davvero vi fidate tanto di lui da dargli tutto questo potere.
Se siete arrivati fin qui, per concludere, vi invito a guardare questo breve intervento video di Moni Ovadia.